mercoledì 19 dicembre 2012

Puoi aspettare in eterno che accada qualcosa.
Che qualcosa cambi.

Il punto è che quando hai conosciuto il mondo troppo presto, quando lo hai capito fino in fondo.. come puoi sperare ancora che qualcosa cambi?

Avevo dei buoni propositi. gli antidepressivi mi avevano dato buoni propositi. ma poi vivo, nel mondo reale.
e mi chiedo che cosa cavolo li abbiano inventati a fare.
Il problema non sono i pazzi, gli schizzati, gli ossessionati, i dipendenti daqualsiasivogliacosa, il problema sono i rapporti. i rapporti umani, che umani non sono.
L'uomo era una scimmia. la scimmia è un animale. e l'uomo è una bestia ancora peggiore.

Che li hanno inventati a fare se esiste un cazzo di Dio che non solo ti ha creato schizzata ma ti ha anche fatto incontrare le persone peggiori del mondo?

Quando ho avuto dei buoni propositi, me li hanno strappati via.
ho rimosso anche questo.
ho curato le ferite mettendoci su subito del disinfettante. ho cucito, richiuso. coperto come una benda.
come ho sempre fatto.
io sono debole. ma nessuno deve vederlo.

io non chiedo aiuto. io non voglio aiuto. non voglio sfruttare i miei problemi. io ho dei problemi e ho scelto io di conviverci. sono una parte di me. ed ogni giorno, ogni fottuto giorno ringrazio questo cazzo di Dio che non esiste per avermeli dati, questi problemi. per aver fatto sì che potessi crearmi delle ossessioni. per farmi svegliare la mattina con la sola voglia di osservarmi le gambe allo specchio, per farmi stare davanti alla dispensa 20 minuti con un foglio tra le mani a scegliere cosa mangiare per "un recupero del peso salutare".

Ringrazio Dio per questo. per avermi fatto cadere e rialzare tante volte, senza che nessuno se ne accorgesse.
Per avermi lasciata sola, nei momenti peggiori.
Per aver fatto sì che tutte le persone che per me contavano, se ne andassero via. withoutproblems.
Per avermi dato la possibilità di espiare il mio dolore in qualche modo.

Io sono fortunata. tanto.
Ho avuto la possibilità di smettere di pensare. per non diventare un serialkiller e ammazzare tutti quelli che mi capitano davanti.
Ho sofferto, in altro modo.
Ho rinunciato al cibo, come ho rinunciato ad amici, a persone care... al mondo.

Sono stata fortunata, tutto qui.
solo tanto fortunata.
non ho niente da perdere. niente da vincere.
non ho niente di quello che dovrei desiderare eppure sento che questa è la miglior cosa che mi sia successa nella mia cazzo di vita.

lunedì 3 dicembre 2012

Sono felice.






Eppure un odio mi divora da dentro.
prova ad esplodere. lo trattengo.



Sento che finirà male.
Questa ipocrisia mi ucciderà.
E loro dovranno sentirsi colpevoli.

sabato 24 novembre 2012

“Sopportavo meglio il mondo, tutto qui.”
Sopportavo il mondo.
Il mondo. Questo schifo di mondo.
Forse anche la pillola della felicità serve a questo.
A sopportare il mondo.
A svegliarsi la mattina e riuscire ad andare a scuola.
A non starmene completamente zitta, solo ad ascoltare i professori.
A non urlare contro mia madre per ogni cavolo di rumore. Per ogni cibo comprato, o cucinato.
A non arrabbiarmi con me stessa, al punto da prendermi a schiaffi da sola.
A non sentirmi inutile.. A non maledirmi per un pezzo di pane, per un biscotto in più.

“Come va?”
Bene. Meglio.
Certo, come no.
A volte sono un'abile bugiarda.
Qualcosa sono in grado di farlo, almeno.
Certo che va meglio.
Sopporto, fuori. Sorrido. Dialogo, quando posso.
Ma vorrei seppellirmi.
Vorrei morire, è questo il punto.
È una sopportazione, un sopravvivere, un tirare avanti.
È questo che dovrei dire quando lo psichiatra mi chiede “trovi dei benefici?”
Quali benefici dovrei trovare?
Dovrei essere contenta di medicine che spingono le mie labbra a mostrare i denti quando in realtà potrei affogare in un mare di lacrime?
Quali sono i benefici? Quali dovrebbero essere?
Cosa c'è di bello nel sopportare?
È una perenne insoddisfazione.
Non è cambiato nulla.
È solo un convincere gli altri che io stia meglio, che sia venuta fuori dalla depressione sfociata in un disturbo alimentare.
Ma è tutto una menzogna.
Resto insoddisfatta.
Infelice. Infelice dentro.
Insoddisfatta del mio corpo, delle mie capacità.
Dagli obiettivi che non raggiungo.
Dalle promesse non mantenute, a me.. Come agli altri.
Dei miei inutili sforzi.
Dalle continue parole convenzionali che mi vengono rivolte.
Dalla solita routine.
Della mia incapacità di trovare del tempo per me. Per leggere, per scattare foto, per guardare una stupida serie tv.
Studiostudiostudio.
Senza nemmeno ottenere dei risultati soddisfacenti. senza essere neanche unpo'meritevole.

Ero insoddisfatta. Ero infelice. E dovevo mostrarlo al mondo, alle persone che sempre pensato a me come una che in grado di cavarsela, sempre.
È così?
Mi sono isolata, quando ho capito di essere una ruota di scorta...
Hanno sempre provato pietà per me. Per quella ragazza silenziosa, sostituita dalla sua migliore amica per una nuova compagna ballerina, invece che appassionata di pallavolo; sostituita da sua cugina, con cui ha passato l'infanzia, perché sceglieva giochi troppo difficili, e non bambole.
Pietà.
Ecco cosa provavano le persone per me.
Ed io mi sono abituata a questo tipo di attenzioni.

Nella mia solitudine, nell'attesa di giorni migliori -perché non può piovere per sempre, mi ripetevo- sono maturata. Ho scoperto un mondo nuovo, , il mondo degli adulti. forse.
Ho capito troppo presto come va il mondo. Ho messo via le illusioni prima ancora che si impossessassero di me. Ho anestetizzano il cuore.
Ho messo un muro. Tra me e gli altri. Tra me e il mondo così com'è.
 Mi sono creata un mondo di ambizioni, di progetti. Troppo grandi. Non adatti ad una come me. Ad un singolo in una molteplicità.
Ero insoddisfatta anche del mio mondo.
Ho perso la speranza.
Ho vissuto all'ombra di libri, artisti sconosciuti, documentari, film....
Ho tappato la bocca. Mi sono fatta delle mie idee. Mi sono diversificata. Estraniata, sarebbe meglio dire.

Poi è passato.. È arrivato il momento del passaggio dalla pietà all'ammirazione.
Ma lo sanno tutti, l'ammirazione non può che sfociare nell'invidia.
“Ricevevi più complimenti prima o quando eri pelle ed ossa? Ed ora?”
Mai avuto un complimento. vero, sincero. neanche falso, forse.
A nulla sono servite la disponibilità, la pazienza.. Il provare a condividere.
Nessuno mi ha mai odiato, questo sì. Ma mai sono stata la migliore amica di qualcuno.
Ero una persona delle tante, una di quelle che si invitano per fare numero.
Sempre estranea, fuori posto.
D'impiccio.
Un gruppo di amici ed io.
Tagliata fuori dalla loro sfera personale. Dalla condivisione.
Una che ride alle battute, che non dice mai di no.. Che ti fa compagnia.
Non una che ti aiuta, da aiutare, da ascoltare. Nemmeno per un consiglio.
Fuori luogo.
Un peso.
Forse per questo ho scelto di mostrare il mio dolore, la mia anima in pezzi, la mia psiche distrutta, la mia autostima calpestata, dimagrendo.
Le ossa sono un dolore visibile.
Un modo per tornare ad impietosire gli altri. pietà. volevo pietà. come una volta.

Un richiamo disperato di attenzioni.
Qualcuno che si accorgesse di me.
Qualcuno che notasse la mia originalità, le mie idee.
Qualcuno che non pensasse a me come una disadattata, ma come un persona con un grande cuore.
Qualcuno che mi accettasse nella sua vita.. Che non fosse in grado di mettermi da parte senza problemi.
Qualcuno per cui non essere un peso. un carico da sopportare.

Io sopportavo il mondo.
Mi tappavo la bocca e non urlavo mai. "fai come vuoi, per me va bene, è uguale" questo ripetevo.
Mi sono vietata il cibo. Ho svuotato lo stomaco. Ho smesso di proteggermi con quel mantello di grasso.
Avevo la bocca libera, vuota. per urlare. per ascoltare l'eco profondo del mio dolore raggiungere lo stomaco.
Potevo urlare.
Urlare.
Mostrare il mio dolore.
pietà. sarebbe tornata.

ma ero cresciuta. ancora.
la pietà non mi piaceva, riconoscevo l'ipocrisia.
Mi ero sentita forte a sopportare la fame, la testa roteante, a uccidermi gli addominali.
Mi ero sentita forte. ero forte.
Non volevo sentirmi debole. loro non pensavano che fossi forte.
Non avevo mostrato nulla. non è servito a nulla.
E' sopraggiunta la paura. la paura. avevo paura del mondo. era diventato difficile anche sopportarlo.
troppo difficile. neanche la pietà rende le persone dolci. carine. ero comunque tagliata fuori, sola.
Sola con un fame insormontabile.
a lottare contro tutti.
Dai miei al nutrizionista, da mia sorella a vari strizzacervelli.
Non ero in grado per loro. NON ERO. non ero capace.
Allora ok, mangio.
torno a proteggermi da questo mondo sempre pronto a ferirti.
mi serve grasso, più cibo. non bastano 400 kcal.
mi servono biscotti, cioccolata. tutti mangiano queste cose. io devo essere come loro.
Come loro.
l'essere diversa mi ha portato all'insoddisfazione, all'infelicità.
Ero troppo intelligente, troppo curiosa, troppo magra.
ero sempre troppo. eppure mi sentivo sempre meno.

sono ritornati i vecchi kg, eppure il dolore è stato ancora più lacerante.
Ho combattuto contro me stessa, contro i vecchi jeans che mi stavano stretti, con le gambe grosse.
Ho combattuto contro ogni commento, contro ogni giudizio.
"Sei ingrassata, stai meglio, ti vedo in forma"
Ho combattuto contro ogni cazzo di cosa nel mondo.
e nessuno se ne è mai accorto.
gli altri stavano male, io no. io non facevo abbastanza, io non ero abbastanza.
Non lo sono mai stata. mai un complimento.

E non lo sarò mai.
questo dolore ha segnato la mia anima.
lacerata.
il dolore è così forte che non mi resta che dormire, e sperare di non svegliarmi. ogni giorno.
anche con la pillola della felicità. le lacrime cadono, ogni sera.. non appena si affievolisce il suo effetto.
La notte è un inferno. un inferno di attesa.
è una lotta per la vita.
contro questo dolore che mi uccide, ogni giorno, che mi porta via la speranza, la possibilità di costruirmi un futuro. il futuro che voglio.

domenica 14 ottobre 2012

"E' una cosa riservata agli studenti meritevoli. Ho pensato a Giuseppe e Francesca"
Io non sono abbastanza meritevole. Io non sono meritevole. Io non sono.

"Ti vedo meglio. Sei in forma"
Io sono in forma. Io sono ingrassata. Io sono forse normopeso. Io sono.



Le persone ti uccidono, e non se ne rendono conto.
Ti lasciano una vita senza senso, e non se ne rendono conto.

Pensano, lei è forte. E' stata stupida, voleva dimagrire, era uno scheletro, ma ha sconfitto questa malattia, questa stupida ossessione. Forse non è tanto stupida.
Ora ha un fidanzato, ora ride.
Io sono dipendente, io prendo solo degli psicofarmaci.

Io ho lottato. Ma non ho sconfitto proprio nulla.
Ho lottato per restarci incatenata, a questa ossessione.
Ho lottato per essere la migliore. per raggiungere la perfezione. per sentirmi all'altezza. per dimostrare le mie capacità. per dimostrare che io non sono come gli altri. io posso controllare il mio istinto. io posso scegliere. i posso vivere senza mangiare. senza amici. senza uscire. io posso nutrirmi di libri, e sapienza. di tè e aceto.
Ho lottato e non ce l'ho fatta.
Il 41,5 si è trasformato in un 46, poi in un 48 ed infine in un 50.
Pensavo di essere sopravvissuta, comunque.
Di aver dimostrato la mia presunta forza. la mia grandezza intellettuale.
Eppure non sono abbastanza meritevole. non sono ABBASTANZA.

Niente fisico modello, niente mente modello.
Niente.

Ho solo mandato a puttane i miei sforzi, la stima per me stessa, la mia salute mentale.
Ho messo la scuola prima di tutto. del mio aspetto.
Ho accettato di guardarmi con sdegno allo specchio per avere le forze per studiare 5 ore al giorno.
Ho accettato di ingrassare per non far preoccupare nessuno. Mia sorella, i miei, il mio fidanzato.
Ho accettato di non essere.
Di essere per gli altri.

Ma nessuno se ne accorge.
E non basta "la pillola della felicità" a cancellare tutto questo. a rendermi felice, dentro.
Posso ridere, posso chiacchierare.
Ma ogni giorno che passa un pezzo di me mi abbandona.
Abbandona la vita.

E gli ultimi brandelli rimasti non fanno altro che aspettare il giorno in cui la fine sarà vicina.
In cui sarò ABBASTANZA capace anche di questo.

Sarò io ad abbandonare gli altri.
Nessuno più potrà lasciarmi sola.
Nell'altro mondo probabilmente non c'è nessuno.

domenica 23 settembre 2012

Come potrei smettere?
Se fosse possibile, lo farei.
Se fosse facile, lo farei. probabilmente.
Tutti pensano che io sia forte, determinata.
Ma non è così. io mi sto nascondendo. io sto scappando.
Le ossa dovrebbero mostrare la sofferenza.
Mangiare dovrebbe riempire il vuoto della mia esistenza.
Il peso che scende dovrebbe farmi sentire migliore degli altri. valida.
Il peso che sale dovrebbe contribuire alla mia immagine perfetta. alla figlia che si fa aiutare. alla fidanzata che smette di far preoccupare il proprio ragazzo. alla studentessa in grado di studiare e concentrarsi e prendere buoni voti.
Le medicine dovrebbero salvarmi. aiutarmi, direi.
Il medico -i medici- dovrebbero trovare la causa.
Io dovrei limitare le conseguenze. i danni.

Ma se dovessi smettere cosa farei?
Come potrei attirare l'attenzione? Come potrei capire se le persone mi vogliono bene sul serio?
Come potrei giustificare il mio mancato studio? Quale sarebbe la scusa per aver dormito 15 ore?
Come potrei non sentirmi in colpa?
Ho la mia scusa.
Ogni volta che assecondo il piacere, e non il dovere.
Ogni volta che sbaglio. che dovrei sentirmi in colpa.
Ogni volta che deludo le aspettative.

Come posso abbandonare la ricerca della magrezza?
E tutto quello che ne deriva.
Il calore. le preoccupazioni. le domande. l'aiuto. i lascia stare.
Come posso?

E' tutto così difficile con questo grasso addosso. devo fare tutto da sola.
Sono abbastanza forte, no?
Sono stata in grado di riprendere a mangiare. Sono stata in grado di sconfiggere il mostro, la malattia.
Che ragazza forte ed intelligente, direbbe qualcuno.

Ho solo colmato un vuoto.
Quando mostrarlo non ha fatto altro che mostrarmi l'ipocrisia altrui. la strafottenza. l'indifferenza.
Ho colmato, soltanto.

Una fetta di torta ha colmato lo stomaco vuoto di ieri sera. Ha messo fine alle presunte allucinazioni.
Mi ha dato la forza, forse.

Oppure ha prosciugato tutte le mie certezze. ha vanificato gli sforzi di un'intera settimana.
Il kilo e mezzo in meno...

lunedì 30 luglio 2012

non scrivo. non scrivo perché ho così tante cose da dire che un post infinito non basterebbe. non scrivo perché scrivere significa pensare e pensare vuol dire riflettere e riflettere mi fa essere triste e più triste di così si muore. non scrivo perché non mi sento libera ma so che lo farò, lo farò perché tutte queste parole non dette mi soffocheranno, prima o poi.

giovedì 12 luglio 2012

datemi qualcosa da fare.
datemi qualcosa a cui aggrapparmi.
datemi qualcosa per cui alzarmi al mattino.
voglio una ragione.
datemi un motivo per non pensare che potrei anche ammazzarmi.
per non sentirmi stupida a pensare una cosa del genere.
datemi qualcosa.
non fatemi tornare dalla bilancia.
non voglio che ritorni lei il motivo per cui alzarmi la mattina.
non voglio che ritorni ad essere la mia unica amica. la mia sola compagnia.

"tu hai il terrore di essere abbandonata. posso solo immaginare quanto male ti farà sapere che questo è il nostro ultimo incontro... ma ti ho trovato un centro specializzato, è perfetto per te.."
mi disse.
aveva paura.
si preoccupava per me.
è perfetto per te un cazzo.
ora sono sola. la psicologa la rivedrò ad ottobre.
in quel maledetto centro non funziona un cazzo.
ed io sono sola.
la bilancia è lì.
ed io sono sola.
con 48kg di troppo. forse meno. forse più.

tornerà la mia ossessione.
ed ho paura.

martedì 10 luglio 2012

Sono viva.
Almeno credo.
Almeno fisicamente.
Purtroppo.

Ma sono qui.
Qui "
senza parole né sogni né orizzonti, senza parole nel traffico del mondo""Vivo. Inquadro istantanee orbitando sul mio giorno guardando contro sole la vita che si muove"
Il tempo passa. Oggi è 10, e dalla mia estate, dalle mie vacanze ho ricavato ben poco di bello,
di produttivo. La sabbia non mi si è ancora attaccata alle dita, il mare non mi ha ancora salato la pelle. Non ho riso, non ho pianto. Non ho fatto nulla. Nemmeno studiato."L'angoscia quotidiana" mi invade, completamente. Mi sono costruita "le gabbie più invisibili". "Per misere ambizioni". Perché "sono ossessionata dalla perfezione che sonnecchia in ognuno di noi", perché "non riesco ad adattarmi e galleggiare". Non riesco ad accettare questa immagine. no, sul serio. "disprezzo ogni argomento, ogni contatto, ogni connessione". è un compromesso a cui non posso cedere. non ancora. attendo solo il momento giusto per riprendere le mie vecchie buone abitudini. per abbandonare questa stupida dieta da 1000kcal per farmi stare "bene" e tornare me. per provare ad essere quello che voglio. per dedicarmi alla perfezione. non fisica. non tanto quella. per non sentirmi più una fallita. per tornare a sentirmi forte. per sentirmi migliore. anzi no, la migliore. "Senza parole ritorno alla mia strada". tra poco, giuro. perché ora "esagero se mi sopravvaluto" ma non dovrà più essere così. tra un po' sarò libera. libera da "tutto ciò che ho intorno", "da tutti quelli che inquinano il mio campo" medicogenitorisorellafidanzato. tutti. lasciatemisolavorreiurlargli. Da loro "io mi libererò perché ora sono stanco". voglio ritornare a qualche tempo fa. voglio precipitare "a caduta libera, in cerca di uno schianto..ma fin tanto che sei qui posso dirmi vivo". solo con lei sono viva. solo con la malattia posso sentirmi una persona. una persona meritevole. con lei riesco  a "sentirmi viva in tutti i miei sbagli... e anche quando c'è più dolore non trovo un rimpianto.. non riesco ad arrendermi.." e forse "Sto precipitando forse sto volando  più giù, più giù". forse sto regredendo, forse sto mandando tutto a puttane. ma è quello che voglio. sono consapevole. sono viva. così, solo così. "Ti cerco perché sei la disfunzione", le direi. la disfunzione che mi rende viva. e ora "mi trovo spenta". morta. dentro. "Senza frizione piloti il mio tormento", le direi. ora il mio tormento è solo. vaga. mi inonda l'anima, mi fa male. con lei si concentra su una cosa sola. in fondo "il corpo è la frontiera che si può violare. Corpo straziato, corpo a corpo, il corpo è l'innocenza che si può spezzare". meglio uccidersi fuori, che dentro. no? non posso morire sul serio, tanto. non ora. non ancora. è una strada lunga. "Non abbiamo niente da perdere" direbbero. ed io non ho niente da perdere. posso "rischiare tutto e non essere niente" come ora. oppure rischiare la vita ma sentirmi viva. E un'altra volta mi avvelenerò, del tuo veleno mi avvelenerò." la fame mi avvelenerà lo stomaco. le vene. la mente. "Tutte le promesse ora si infrangono". Io non guarirò. non ora. io devo guarire per me, non per gli altri. e ora non è il tempo di guarire. "Come fare a coniugare un verbo al futuro quando il futuro è solo appalto di tenebra?" quindi perché pensare a guarire, ad un modo che agli può sembrare il modo migliore per vivere? io vivo meglio così. nella mia gabbia. nella prigione che mi sono costruita.

Puoi "a
ndare a piedi fino a dove non senti dolore solo per capire se sai ancora camminare"
Ed è quello che farò.
Ci provo. capirò cosa ancora sono in grado di fare. cosa ancora sono in grado di sopportare.
"Oggi tradisco la stabilità 
Senza attenuanti e nessuna pietà.
Oggi il mio passato mi ricorda che
Io non so sfuggirti senza fingere"




I subsonica hanno parlato per me.


sabato 23 giugno 2012

Non scrivo mai.
Non scrivo mai perché non so assolutamente che cosa dire.
Cosa dovrei dire?
Che la dieta procede magnificamente?
Certo.
Che mi fa schifo quasi tutto quello che mangio?
Ma no, sono cose buonissime. Epoièperilmiobeneno?
Che la mia eccezione stasera sono stati 7 maccheroni?
Fantastico. meraviglioso.
Che volevo piangere? Correre via? Prendere a pugni qualcosa?
Voglio correre via.
Dovrei dire questo?
Che i 5 giorni passati allo stage lontano da tutti sono stati assolutamente fantastici?
Che vorrei andarmene ora?
Che vorrei dimagrire così tanto da essere portata via da qui?
Perchénonnepossopiù.veramente.
Tanto sono sola.
Nessuno mi tiene la mano quando ce n'è bisogno.
La psicologa la rivedrò dopo il 15 settembre.
emisentopersaadesseresincera.
Che tutto questo è davvero insostenibile?
Inrealtàstocosìmalechenemmenolamediadell8,4mihafattostaremeglio.
Neancheilritornodimiasorella.
Voglio scomparire.
Sono tornati i pensieri negativi.
Il "vogliodormireenonsvegliarmipiù".
Ed è grave, lo so.
Me lo sento addosso il peso di questa situazione.
Porto sulle spalle un dolore tremendo.
e vorrei poterlo scaraventare via.
Mi ha detto che dovrei pormi obiettivi meno grandi. meno impegnativi. che devo accontentarmi del "metà strada". che posso convincermi di arrivarci con calma, che posso fare con calma.
Quindi dovrei accettare di scaraventarlo un po' alla volta. accettare i giorni felici e i giorni tristi.
macisonosologiornibui.
nonvedopiùlaluce.
sto perdendo la speranza.
sto mollando.
non ne posso più.

domenica 27 maggio 2012

Ieri era sabato, ed ho cenato.
Ho appena finito il pranzo.
E domani vado dal dietologo.
Sto riprendendo in mano la mia vita, in teoria.
Sto piangendo come una cretina, in pratica.

Io non ce la faccio.
Io voglio sentire lo stomaco vuoto, che brontola.

Quando pesavo 41kg mi facevo schifo, come ora, tanto che non riesco a ricordarmi com'ero.
Ora so soltanto che sono qualche kg in più.
So soltanto che vorrei tagliarmi questa pelle.
Che non voglio risolvere i miei problemi.
Mi sentirei vuota senza.

E l'unica cosa che voglio sentire vuoto è il mio stomaco.

E in realtà sono anche ripetitiva. masulseriononsocosadirecosapensare. vorreisolosparire.
Voglio solo scappare, andarmene via. lontano.
Non voglio più sentirmi inadeguata, inadatta. Giudicata.
Voglio solo stare con persone che non mi conoscono. Persone che non possono pensare che le mie gambe siano più grandi di qualche mese fa, o che abbia i fianchi più sporgenti di prima, che io abbia ripreso a mangiare.
Non voglio più sentirmi osservata. Non le voglio le loro attenzioni.

Sono stanca di non sentirmi all'altezza.
Di sottovalutarmi.

Vorrei tanto avere la forza per fare tutto quello che vorrei.
Ma l'apatia si è impossessata di me.

Non mi accorgo del tempo che scorre. delle ore che passano. delle giornate che giungono al termine.
Vedo la luce diminuire, arrivare la sera. e tutti i buoni propositi andare a fanculo.
E la mia vita scivolare. come granelli di sabbia.
Mi sento come un vaso caduto e ridotto in mille piccoli pezzi.
E non ho la forza per rimetterli in ordine, per riattaccarli.
Mi sto sforzando,mi sta aiutando.
Quel briciolo di forza che trovo la mattina per alzarmi dal letto, fare colazione e andare a scuola lo devo a lui. soltantoalui.
Queste giornate di sole, di caldo (chepoiiononsento), mi fanno sentire alla deriva. come arenata su una spiaggia. senzasaperedoveandare.
Mi lascio guidare. mi lascio coinvolgere, trasportare.
Riesco a fare solo questo.
Edèbello,magnificamentebello. esserecompletamentedipendentedalui.
Maèancheinfinitamentetriste...

lunedì 21 maggio 2012

Perchévorreiammazzarmisehomangiatosettecentocinquantacaloriechepoieranoquellestabilite?infondostamattinanonriuscivoadalzarmidallettoederaritornatalasensazionediimpotenzaelapauraetuttoquellochecomportalafameprolungataeppureiooravorreitantoessereingradodicacciareviadalmiocorpotuttoquellochehomangiatoanchesesitrattadicibosanonellegiustequantità.
Sì, era una domanda. Una domanda senza punto interrogativo. Perché in realtà non voglio una risposta.
Potrei solo rispondere che questo, tutto questo, è un incubo senza fine. Un incubo da cui non voglio uscire. Almenocredo. Altrimenti non avrei questa sensazione di terrore sapendo che lunedì ho la visita dal dietologo per provare a capire cosa è successo al mio metabolismo. Non vorrei smettere di vedere quella psicologa. Non dovrei, vorrei. In teoria. Magari la vita fosse fatta solo di teorie. Senza pratica. Ah, quanto sarei brava.


sabato 19 maggio 2012

16/12/10  58.5  
23/12/10  57.6
13/01/11  55.1
03/02/11  53.4
24/02/11  53.1
11/03/11  51.6
25/03/11  51.6
15/04/11  50.3
06/05/11  50.8
09/09/11  44.9
30/09/11  43.6                 .. kg. Di grasso.

Le misure del 16 dicembre sono : GASTRICO 65cm - ADDOMINALE 81cm
Quelle del 30 settembre sono : GASTRICO 55cm - ADDOMINALE 63cm
Il mio stomaco era grande quanto lo sono poi diventati i miei fianchi.

PERCENTUALE DI GRASSO DAL 21,5% al 7,6%

21 AGOSTO 2011 : peso 48.2
- Barretta Grancereale + 100ml di latte = 90 + 30
- Spinaci = 60
- Yogurt = 60
- Simmenthal + pomodoro = 56 + 30 = 90.
TOTALE : 326kcal.
GIOVEDI 29 dicembre 2011
- 4 fette +  40g marmellata + tè = 116 + 24
- 200g broccoli = 55
- Yogurt Muller =250
- Simmenthal  = 56
TOTALE : 501 kcal
ATTIVITA’ :  1ora di wii (150kcal) + piscina

Perché nessuno ha provato a fermarmi?
Perché adesso non posso superare le 700kcal senza ingrassare?
Perché se ceno, come stasera, i sensi di colpa mi divorano? Lo stomaco è come se volesse scoppiare e le gambe stanno per gonfiarsi?
Perché tutti mi guardano rifiutare, rifiutare,rifiutare senza dire niente?
Perché devo subire quella maledetta tortura ogni cavolo di settimana se poi non ascoltano quello che chiede loro di fare?
Perché devo fare tutto da sola?
Perché nessuno si è mai sconvolto di fronte alle mie ciotole (per cereali) riempite a stento di verdure scondite che sostituivano pranzi o cene e, spesso, anche entrambe le cose?
Perché nessuno mi ha aiutata?
Perché si sono sempre fidati del "hopresoungelatoprimanonmivalapastaora"? Quando, poi, ho mangiato due gelati in tutta l'estate. Sai com'è, almeno il giorno del mio compleanno.
Come hanno potuto pensare che io mangiassi gelati per tutta l'estate se a settembre mi sono ritrovata 44,9 kilogrammi.
E poi improvvisamente 43,6. E poi 42,5. E poi 41..40,5. E poi su, sempre più su.
In realtà ho solo rivisto un 50. All'improvviso.
Non me ne ero nemmeno accorta. Me ne ero stata chiusa in casa. Chiusa in casa a passare i miei giorni tra letto, divano e sedia della cucina. Ad convincermi che non potevo continuare. Che era necessario mangiare. Ingurgitare del cibo. Per stare bene. Perchéstavomale. "Perchéseitroppomagra,mangiaqualcosa". Per non uscire dall'acqua della piscina e vedere tutto nero. Per sentirmi come tutti. Libera.
Il fatto è che quella mattina del 9 gennaio, quando all'improvviso mi sono ritrovata qualcosa come 8 kg addosso, mi sono preparata, ma poi sono rimasta 15 minuti con la porta di casa aperta, un piede fuori ed uno dentro.. e poi sono rientrata e mi sono messa a letto. A piangere. Penso almeno per 5 o 6 ore.
Il fatto è che la fatica che ho fatto il giorno dopo ad uscire di casa, nessuno può immaginarla. E il giorno dopo anche. E quello ancora, e ancora. E ora.

Ricordo ancora la mattina del 5-6 settembre. Non avevo dormito molto, mi ero messa a letto verso le 4.00, prima di andare a dormire mi ero guardata allo specchio e avevo pensato "che schifo, finché non sarò 45kg non starò mai bene" ecosecosì. La mattina mi sono alzata, ho bevuto il solito bicchiere d'acqua e sono salita sulla bilancia. Più o meno quaranta volte. 45.45.45.45.45. Era un 45, sul serio. Ed io ero la stessa, quella che la sera prima si era guardata allo specchio schifata. Avevo raggiunto il mio obiettivo.
Mi sono sentita persa. Mi è crollato il mondo addosso.
Non avevo più un obiettivo. Non avevo nulla da inseguire. Nulla a cui aggrapparmi. Per cui svegliarmi la mattina.
L'obiettivo era stato raggiunto ma non ero soddisfatta del risultato.
Ho avuto paura di crearmi un altro obiettivo. Di continuare ad inseguire qualcosa che non ci sarebbe mai stato.
Ho avuto paura perché non sapevo cosa fare. Se avessi continuato, sarei dimagrata. Se avessi ripreso a mangiare, sarei tornata quella di prima. Come potevo mangiare "normalmente"?

Io non sapevo cosa significasse mangiare normalmente. Non lo so nemmeno ora.
Cosa significa alzarsi la mattina senza buco allo stomaco, anche se hai mangiato.
Cosa significa scegliere quello che ti piace, non la cosa che ti sazia di più perché non puoi avere fame perché c'è questo o quell'altro compito.
Cosa significa avere fame.
Io non mi ricordo cos'è la fame. Io non lo so.
Non mi ricordo cosa si prova a mangiare il tuo piatto preferito.
Non ho più un piatto preferito.
Ho "questo è meno calorico, ma questo mi sazia di più, se mangio questo c'è troppo sale, però meglio mangiare questo che devo studiare, oggi sto ferma tutto il giorno quindi niente carboidrati".

Scrivo questo dall'alto dei miei 46kg, si presuppone. si spera. oppure no. non lo so.
46kgx1,63cm. Non sono pochi, no.
Manondovreialzarmiognimattinaeguardarelemiegambeallospecchioevolersprofondareenondovreitoccarmilecostoleognisantomomentodellamiagiornataeprovaredisgustopermestessaseprendouncappuccinoallamacchinettarigorosamentesenzazuccheroperchénondormomaiehobisognodisvegliarmidalmomentocheèfinitounaltroscatolodisupradynelosoancheiochenonpossonadareavanticosìmaildesideriodivederequel43sullabilanciaèpiùfortediqualsiasicosapiùdellamiastessavitaeppurenonvogliosalircisuquelmaledettoaggeggiononvogliopiùvederlo.

Ricordo che :
- peso dopo un'ora dalla colazione +0.2
- peso dopo pranzo +0,3
- peso dopo cena +0,1

Ricordo che "mi peso alle 10, alle 12, alle 14, alle 18, alle 22."
Ricordo che "masebevotroppopesodipiù?"

Ricordo le mani e le gambe che si muovono quando il mese di agosto ero sul divano a guardare la 12esima stagione di Law&order senza la forza di alzarmi macavolodevobruciarecalorie.
Ricordo "ciao mamma, vengo a prenderti a lavoro" così cammino un po'. Sotto il sole, con 40gradi all'ombra e 300kcal ingurgitate il giorno prima.
Ricordo via Duomo. Scendi, sali. Scendi, sali. Scendi, sali. CAMMINACAMMINACAMMINA. Devi bruciare.

Ricordo solo questo ora.
Non ricordo più nulla.
Come se prima del 16 dicembre 2011 la mia vita non ci fosse stata. come se non avessi vissuto. come se avessi rimosso tutto. il gusto del cibo. il sapore della vita. tutto.
Come se avessi perso me stessa.
Come se il grasso bruciato si fosse portato via anche me..



mercoledì 16 maggio 2012



"Il mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni."




Non c'è una spiegazione a tutto questo.

A questo lasciarmi trascinare dalla corrente.

E' il mare, lui. Ed io sono un naufrago. Alla ricerca di una spiaggia. 

Un naufrago che sta lottando per la vita. Per salvarsi. 

"Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai."


Il desiderio di stare con lui è più forte di tutto. Di qualsiasi cosa. A tratti anche della mia razionalità.
Provo ad aggrapparmi, talvolta.
C'è qualcosa che tenta di tirarmi giù. Negli abissi della mia solitudine. 
"E lo sapevo che poi la vita non è abbastanza grande per tenere insieme tutto quello che riesce ad immaginarsi il desiderio. Ma non ho cercato di fermarmi, né di fermarti."
Provano a fermarmi.
Ma io voglio lasciarmi andare. Non voglio fermarmi.
Voglio che questo mare mi guidi. Mi porti alla salvezza.
"Volevo dire che io la voglio, la vita, farei qualsiasi cosa per poter averla, tutta quella che c'è, tanta da impazzirne, non importa, posso anche impazzire ma la vita quella non voglio perdermela, io la voglio, davvero, dovesse anche fare un male da morire è vivere che voglio. Ce la farò, vero? Vero che ce la farò?"

Non so spiegare tutto questo.
Questo attaccamento alla vita. Improvviso.
Mi ha trasmesso la sua voglia di vivere. Il suo ottimismo. 


"Non lo spegni, il mare."
E' una forza della natura. E non c'è niente di più bello.
Ho visto i miei errori. Ho trovato la forza. Un motivo.
"È uno specchio, questo mare. Qui, nel suo ventre, ho visto me stesso." 
Una forza della natura che mi trascina. Con forza.
E' un mare in burrasca. A cui non posso sfuggire. Non ci riesco e non voglio.
Lotto, con forza, contro le correnti inverse.
Voglio una spiaggia.
Non voglio inabissarmi.Voglio concedermi alla vita.Voglio amare." e non saprei immaginare come si possa amare di più "




domenica 6 maggio 2012

Questa volta ce l'ho fatta.
Questa volta ho fatto una scelta.
Questa volta mi sono comportata da persona adulta.

Questa volta ho scelto la vita.

Io voglio vivere.
Voglio vivere perché ci sono tanti posti che devo ancora vedere. Esperienze che non ho ancora fatto. Emozioni che non ho ancora provato.

mercoledì 2 maggio 2012

Fuori ci saranno 30 gradi.
Fuori c'è il sole.


Io vorrei tanto dormire, alzarmi tra due ore e vedere che il sole splende ancora.
Svegliarmi con la luce.
Mi è sempre piaciuto.
Non capisco perché la sera mi abbassano le persiane. 
Io vorrei tanto essere colpita dalla luce. Anche alle 5 del mattino. Cosa importa. 
Basta rigirarsi.

Cosa importa.?

Cosa importa.. 
.. se ogni tanto assecondassi il piacere?
.. se impedissi al mio senso del dovere di governare la mia vita?
.. se la smettessi di pensare di poter avere il controllo di tutto? Anche perché non ho il controllo di nulla.
.. se non rinunciassi, costantemente?


A cosa rinuncio?

Sto rinunciando alla mia vita, giorno dopo giorno. 
Sto rinunciando ai piccoli piaceri della vita, fondamentalmente.

Rinuncio a tutto quello che mi piace.
Rinuncio a tutti i momenti di spensieratezza.
Rinuncio a tutto quella che mi farebbe sentire viva.

Per non crescere.
Perché io non sono forte.
Io non voglio crescere. Io non voglio trovare un equilibrio. Io non voglio scegliere. 

"Imparare a fare delle scelte significa crescere, entrare a far parte del mondo dei adulti"

Io voglio solo tornare bambina.

Perché il premio finale della nostra esistenza è la vecchiaia?

Sarebbe così bello ritornare piccoli.....


Forse dovrei solo imparare a rigirarmi più spesso.


domenica 29 aprile 2012

Obiettivi della settimana :
- Seguire lo schema. Mai oltre le 750 e raggiungere almeno le 450kcal.
- Non lasciarsi convincere da mamma
- Fare sempre gli spuntini
- Abbastanza frutta
- Evitare di saltare la cena ( mangiare almeno 100kcal )
- Nessun tipo di carboidrato oltre le 17.00
- Gambe sgonfie
- Ossa del bacino ancora un po' più in fuori
- Studiare, tutto e decentemente
- Fare gli addominali ogni giorno
- Un'ora di wii, almeno 4 volte a settimana
- Ricordare di mettere la crema
- Smetterla di perdere tempo al pc
- Leggere un libro
- Tagliare i capelli
- Provare i costumi
- Pesarmi ( domenica mattina )
- Dormire almeno 8 ore a notte
- Evitare di dormire il pomeriggio
- Bere due litri di sola acqua e poi di tè
- Evitare le gomme e la coca zero. Devo sopportare lo stomaco che brontola. Un tempo mi piaceva..

.. credo basti.
http://versounnuovoobiettivo.blogspot.it/

venerdì 27 aprile 2012

Atteggiamenti nei confronti del cibo:
- Preoccupazione per il cibo [ direi troppa ]
- Collezione di ricette e libri di cucina [ ormai non so più dove prenderle ]
- Inusuali abitudini alimentari [ tipo cracker nel succo di frutta? ]
- Incremento del consumo di caffè, tè, spezie [ ..ormai non so i miei reni se ci sono ancora ]
- Occasionale ingestione esagerata di cibo [ del tipo la domenica hai accumulato la fame di una settimana e non smetteresti mai di mangiare? ]
 
Modificazioni emotive e sociali:

- Depressione [ talvolta, ora meno spesso. sono distratta ]
- Ansia [ perenne ]
- Irritabilità e rabbia [ da sempre ]
- Labilità emotiva [ stendiamo un velo pietoso ]
- Episodi psicotici [ forse ]
- Cambiamenti di personalità evidenziati dai test psicologici [ test no, ma sono piuttosto chiari ]
- Isolamento sociale [ ultimamente meno acuto ]Modificazioni cognitive:
- Diminuita capacità di concentrazione [ è pari allo zero la mia concentrazione ]
- Diminuita capacità di pensiero astratto
- Apatia [ perenne ]
Modificazioni fisiche:
- Disturbi del sonno
- Debolezza [ mi sento vecchia ]
- Disturbi gastrointestinali [ non credo ]
- Ipersensibilità al rumore e alla luce [ fin troppo ]
- Edema [ raro ]
- Ipotermia [ ahah, sono ancora in tenuta invernale ]
- Parestesie [ direi di sì ]
- Diminuzione del metabolismo basale [ sicuramente ]
- Diminuzione dell’interesse sessuale [ anche ]

Rituali

  • Mangiare molto lentamente, mangiare di nascosto [x]
  • fare piccoli bocconi, sminuzzare e spezzettare i cibi [x]
  • Pulire i cibi dal grasso visibile, asciugare il condimento [x]
  • Usare le posate in modo anomalo (mangiare con una piccola forchetta) [non uso cucchiai?]
  • Nascondere il cibo, fare scarti elevati, lasciare sempre qualcosa nel piatto [scarti, non nascondo.. ormai sono rassegnati]
  • Usare spezie ed aromi in quantità eccessive [x]
  • Mischiare i cibi in modo inadeguato [x]
  • Bere quantità eccessive di liquidi fuori pasto o al contrario non bere [x]
  • Selezionare mentalmente e fisicamente la dose da mangiare [x]
  • Conteggiare le calorie di tutto quello che si mangia [x]
  • Controllare cosa e quanto mangia chi è a tavola con loro [x]
  • Assumere sempre gli stessi cibi e pietanze [x]


    E' per questo che vado in quel fottuto centro ogni fottuta settimana.
    Penso di stare bene, a volte. Meglio, almeno.
    Poi passo 4 giorni senza cenare, con 500kcal. A dormire 4 ore a notte. A non sentirmi le gambe.
    E poi mi lascio convincere ad assaggiare un biscotto. Poi due e poi tre.
    E i 40? EH?
    Dove sono finiti?
    Mi è bastato riattaccare il foglio al frigo, programmare cosa mangiare per lasciarmi convincere. Per essere tentata.
    Mi basta così poco per cedere? PERCHE'?
    Prima avevo un bisogno continuo di schemi e ora invece devo allontanarli.. ma come posso far capire a mamma che se ho mangiato 200kcal a colazione a cena non posso mangiare 150g di pollo e le verdure altrimenti il pranzo va a farsi benedire?

    BASTABASTABASTA.
    Io non sono perfetta così.
    Non voglio ascoltarlo quando me lo dice.
    NON STO BENE COSI'.

    40404040404040.
    Lo scriverei ovunque, se potessi.
    Vorrei ricordarmi le mie grosse gambe, la mia faccia rotonda ogni volta che metto qualcosa in questa fottuta bocca.

    Mi mancano solo 5-6 kg.
    DEVO.

mercoledì 25 aprile 2012



Ormai la cena non esiste più nel mio diario alimentare.
Riesco a rispettare i limiti imposti. Al cibo.

Alla mia testa no. In realtà direi piuttosto i limiti imposti al mio cuore.

"Perché hai aspettato così tanto tempo?"
Solo questo riesco a pensare.
Non posso credere di averglielo detto sul serio.

E' tutto così fottutamente diverso.
E' tutto così fottutamente bello.

Enonvogliovederequellafottutapsicologadomani.
Non voglio sentirmi in colpa perché sto contando tutto in modo ossessivo. Di nuovo.
Non voglio sentirmi in colpa se voglio raggiungere i quaranta kili.
Non voglio sentirmi in colpa perché non voglio accettarmi così.

Va tutto così fottutamente bene.


E non voglio pensare alle cose che dovrei fare.
Studiare di più. Dormire la notte e non il pomeriggio. Mangiare quello che mi ha detto il medico e non continuare a fare di testa mia. Raggiungere almeno le 700kcal.
Nonvogliononvogliononvoglio.


Voglio lasciarmi distrarre da tutto questo.
Da lui, in realtà.
E da nient'altro.


Ho in mente una sola cosa.
I 40, per il 1 giugno.
E devo.
Non posso lasciare che mi vedano, mi vedano, così.
Quel fottuto spazio tra le gambe deve aumentare.
Le costole devono essere più evidenti.
Non voglio perdermi delle fantastiche giornate al mare in sua compagnia solo perché non riuscirei a mettere in mostra quest'ammasso di grasso.

Ho deciso che voglio mettermi in gioco.

Voglio rischiare.
Voglio provare emozioni.
Voglio lasciarmi sopraffare da questi sentimenti.
Voglio legarmi. Con tutte le forze.


Non ho più bisogno di protezione.
Questo grasso non mi serve più.
Mi sono sentita in pericolo e ho cercato nel cibo il mio rifugio.
Ma non è più così.
Nonononono.
Non voglio più essere protetta.
E forse non voglio nemmeno più essere invisibile. Solo a tratti.
"fammi provare a gioire, a gioire come sai fare tu.. fammi fammi provare ad amare"

Voglio mettermi alla prova.
Ecco.

Con lui.
Ecco.



lunedì 23 aprile 2012

Il tempo grigio.
Le strade bagnate dalla pioggia notturna. 
Un freddo leggermente pungente, di quello che ti entra nelle ossa.
L'umore sotto zero.
La stanchezza. Qualche ora di sonno.
Proprio una di quelle giornate che passeresti a letto, sotto le coperta.
A riposare.
O forse a scappare da tutto e tutti.
A rifugiarti da questo mondo. 
A nasconderti, per non affrontare le difficoltà.
Per non sentirti gli occhi addosso.
Occhi che scrutano. Occhi che possono notare il tuo gonfiore, che possono vedere gli effetti dei troppi carboidrati.
Perché quando non riesci a renderti invisibile, allora devi nasconderti.
Non devi mostrarti a nessuno.
Nemmeno a chi ti dice "Voglio solo stare un po' con te.. quante cose possiamo fare insieme, non vedo l'ora.."
E poi ti da' della cicciona.
Evorrestisolomorireosprofondarenelbaratropiùprofondo.
Nemmeno a te stessa, devi mostrarti.
O ti rendi conto di quanto sei stupida. 
A rovinarti la vita così.
A vedere il lato negativo di ogni cosa.
A non distinguere lo scherzo dalla verità.
A stare sempre un po' sull'attenti non appena stai per sbilanciarti. 
In tutto.

mercoledì 18 aprile 2012

Ho smesso di pesarmi. Sono giorni che non lo faccio. Potrebbe essere positivo, ma non lo è. Mi fido di quello che vedo, ora. Non mi peso perché so che inseguire un numero non serve, non mi è servito. Perché voglio seguire un'immagine. Un'immagine che però non ci sarà mai. E che se anche un giorno ci fosse, io non la vedrei. Non riuscirei a vederla.
Vorrei potermi godere questi momenti di gioia dimenticandomi del diario alimentare, del numero di calorie da rispettare, di sopprimere la fame. Vorrei. Ma non sono ancora in grado.

martedì 10 aprile 2012

Ho paura.
Una paura fottuta.
...E' tutto così.. strano. 
Io lo so, lo so che ne sarò dipendente.
Io lo so che questa situazione potrebbe mettere a rischio la mia stabilità mentale.
Io lo so che tutto questo è pura irrazionalità, che ad un tratto sarò travolta da una marea e non avrò scogli a cui aggrapparmi.
Io lo so.
So che sarà difficile.
Io lo so.
Ma so che era lì, di fronte a me e che non avrei potuto non baciarlo
Io so che non potevo scappare, ancora. Prima. Prima di sapere, di provare.
Io lo so che devo guardare in faccia alla vita, che devo battermi per questa.
Io lo so che devo vivere. 
E con lui è sicuramente un'altra cosa...

domenica 26 febbraio 2012

Vivere.
Vivere per..?
Vivere per : scegliere un libro in libreria. Passare ore da Feltrinelli. Le copertine dei libri nuovi. Iniziare un nuovo libro. Sottolineare le frasi più belle di un libro. “Novecento” di Alessandro Baricco. Le bancarelle di libri di seconda mano. Stare su una spiaggia deserta con un libro di Hesse. La meditazione alla fine di un libro. La prima pagina di un quaderno nuovo. Il profumo dell’astuccio di scuola. La campana dell’ultima ora. I pastelli tutti temperati. La lucentezza dei colori ad olio. 
I colori pastelloMonet. Le agendine piene di adesivi e foto. Ritirare le foto dallo sviluppo. I collage di foto ritagliate dai giornali. Le foto in b/n della gente per strada. I vecchi manifesti della Coca Cola. Le cose vintage. Le borse tonde anni ‘50. I ricordi di mia madre. Un odore che ricorda l’infanzia. Il profumo del borotalco. Progettare una casa su un albero. Impacchettare i regali. I negozi di sera nel periodo di Natale. La Befana a Piazza Navona. Via dei Fori Imperiali chiusa al traffico. Guardare un film sul divano con la coperta. I film in lingua originale. La scena finale di “Farhenheit 451”. La terrazza de "Le fate ignoranti". Woody Allen. Il tè con i biscotti delle 5. Le tisane ai frutti di bosco. Per una doccia calda quando fuori fa freddo. La colazione a letto. Il caffè amaro appena sveglia. Svegliarsi durante la notte e realizzare di avere tempo per dormire. Pane, burro e marmellata. La marmellata di prugne. Le Madeleine. Parigi. I baschi. Per le stradine di Montmartre. Amelie Poulain. Per viaggiare. Viaggiare in treno di giorno. Per la sensazione che si prova quando stai per perdere il treno e poi riesci a salire. Per sognare un viaggio in moto. Una partenza all'ultimo secondo. Una vacanza senza orari. L'estate. I cappelli di paglia. Nuotare piano, in silenzio, in piscina. I piedi nudi sulla sabbia. Dondolarsi su un'amaca. I tramonti rossi e rosa. Le notti in spiaggia. E il freddo della notte. “Il chiaro di luna” di Beethoven. Imparare i nomi delle costellazioni. Per il mare e la luce dell'alba. I vestitini leggeri estivi a fiori. Gli occhiali da sole. Il vento tra i capelli. La tequila. Saltare a tempo di musica. I Subsonica. I concerti. Guccini. Avere l'adrenalina a 1000 quando si sta per fare qualcosa di importante. Emozionarsi. Il primo bacio di un nuovo amore. Per godere dell'espressione sorpresa e felice di qualcuno nella cui vita hai portato qualcosa di buono. Per un amico ritrovato. La gratitudine di un povero a cui dai attenzioni. Per aiutare gli altri. Per rendere felice qualcuno solo perché ci sei. Per il sorriso di un passante. Le strade affollate.  Le luci di città al crepuscolo. I semafori. Le barche ferme in porto. I murales. I bambini che escono da scuola. L'ultima campanella dell'ultimo giorno di scuola. Le minestre. I plasmon. Dedicare una giornata alle cose mai fatte. I pic-nic sui prati. I prati in montagna. Le baite di montagna. L’ombra degli alberi nel primo pomeriggio. Per gli odori delle piante in primavera. Un mazzo di fiori. Le orchidee. E i tulipani. Le foglie che cadono d'autunno. Il rumore delle foglie calpestate. L'odore dell'erba bagnata. Per correre sotto la pioggia. Andare a vivere da sola. Progettare la casa ideale. Le finestre. I mobili Ikea. La moquette morbida. Il caldobagno. Cucinare per due. Una torta appena sfornata. Le panetterie. I vestiti appena stirati. Diventare una vecchia saggia. Per poter dire "i bei vecchi tempi". Due anziani che si tengono per mano. La filosofia. Per dare alla morte solo un corpo rovinato e toglierle la soddisfazione di rubarmi sogni e speranze. Per avere tanti gatti. Per non sapere cosa voler fare della propria vita. Non sapere cosa vuoi. Addormentarsi con la radio bassissima. Accendere la radio proprio quando stanno trasmettendo la tua canzone preferita.“Love” di John Lennon. David Bowie.  Il mito di Freddie Mercury. Per contemplare. La frase “non importa dove”. Sognare. Svegliarmi la mattina e cercare di ricordare cosa ho sognato. Dormire il pomeriggio. Scrivere. Scrivere tutto quello che mi passa per la testa. Appuntare. Montale. Baudelaire. E i Baustelle. Per la soddisfazione di imparare qualcosa di nuovo.  Per scrivere liste come questa.

mercoledì 8 febbraio 2012

Io non sono un numero.
Non è un voto che fa di me una persona valida.
Non è il mio peso che mi rende bella. Accettabile. Adeguata.
Non sono le calorie a darmi la forza di andare avanti. Di vivere.
Non sono una 38, o una 36, o una 42 a dirmi chi sono.
Io sono una persona. Un essere umano. E posso sbagliare.
Posso riposare, e non studiare abbastanza. Posso fermarmi a metà compito, accettare un 7.
Posso mangiare, serena, quello che mi piace. Quello che voglio in quel momento. Senza esagerare, senza strafare.
Posso superare il numero stabilito. Se ho fame. Se ne ho voglia. E non è una voglia incontrollabile.
Posso provare dei jeans, senza ansia. Accettando la taglia che mi entra. Senza paura. Senza guardarmi per ore allo specchio prima di decidermi.

Io posso essere tutto questo. Io posso essere normale. Dedicarmi a me. Alla mia persona. Alla mia vita, da riprendere in mano. O posso lasciarmi andare. Morire.. sparire.
Posso, e non posso.
Io. Non sono io. Siamo in due. Noi. Una può. L'altra non può..

sabato 28 gennaio 2012

Non pensavo facesse così male provare a uscirne. Non pensavo che sarebbero finiti i digiuni, la fame, il brontolio, i crampi, l'affanno.. Non pensavo sarebbero finiti così facilmente. Non pensavo sarebbero stati sostituiti da tutto questo. Tutto questo schifo. L'anoressia non mi faceva così male. Non me ne ha mai fatto. Mi ha resa forte. e sicura. Magra, per gli altri. Forse non abbastanza ai miei occhi, ma abbastanza da decidere di uscirne. E poi.. poi arriva il dolore. E non pensavo fosse così facile esserne sopraffatti. Non pensavo che non sarei riuscita a smettere gli mangiare, ad ingozzarmi di qualsiasi cosa senza controllo. Di cibo crudo, cotto, insapore, schifoso. Non pensavo che avrei toccato questo fondo schifoso, che avrei guardato il fondo del cesso senza riempirlo, con la speranza di mettere fine a quel gonfiore incredibile.
Non pensavo.. non sapevo, non potevo immaginare. Non pensavo ci potesse essere qualcosa di più doloroso di vedere la bilancia pesare quasi 41kg e avere la sensazione che la morte gravasse sulle mie spalle. Non pensavo..

domenica 15 gennaio 2012

Mamma mi ha liberato un nuovo mobile. Un mobile tutto mio. Per il mio cibo. Per le mie scatole di biscotti dietetici e insapori disposte in ordine di altezza. Per i miei cereali ipocalorici da immergere nel mio latte magro. Per i miei cereali integrali ricchi di fibra, perché la stitichezza ha preso il sopravvento. Per i miei cornetti confezionati, perché quelli del bar sono troppo burrosi. Per le mie marmellate senza zucchero. Per le mie fette biscottate integrali e secche. E dure, come la pietra. Per il pane ai cereali. Per le merendine allo yogurt. Per dei biscotti che sono segatura. Un intera parte della cucina è tutta mia. Ordinata, in modo maniacale. Altezza, larghezza, uso, bontà. Ho impiegato circa mezz'ora a mettere tutto in ordine, i criteri di valutazione erano troppi. Un mobile intero. C'è tanto cibo, per un esercito. Mi durerà fino all'estate, credo. O spero. Spero che l'istinto non prenda il sopravvento. Soprattutto spero che l'istinto non apra l'altro mobile. Quello per le persone normali. Quello con i biscotti di pasta frolla. O con le gocce di cioccolato. Con le nastrine e i cornetti del panettiere. Con la crema alla nocciola. Con i residui dell'Epifania. Non voglio nemmeno vederle quelle cose, nemmeno odorarle.. Voglio dimenticarle! Anzi no, voglio ignorarle. Ci sono cose che non avevo mai mangiato prima di tutto questo. Biscotti di cui non conoscevo l'esistenza. Cornetti da mangiare solo la domenica, perché c'era tempo. Vorrei dimenticare. Cadere, battere la testa e dimenticare tutto. Svegliarmi e mangiare una fetta di torta per tirarmi su l'umore. Bere un bicchiere di latte perché contiene calcio e il calcio fa bene alle ossa. Mangiare un hamburger, perché è carne e la carne contiene ferro e il ferro è importante. Mangiare un piatto di pasta senza verdure, perché già abbastanza pasta da saziarsi. E non verdure condite con pasta. Vorrei finire il mio piatto e prendere qualcos'altro se ho ancora fame. Seguire le richieste del mio corpo. Non fermarmi perché ho già ingerito troppe calorie. O perché lo stomaco non può più. Voglio mezze misure. Voglio un equilibrio. Voglio condividere i mobili. Il cibo. Tutto. Non voglio sentirmi più sola. Diversa. Pazza, completamente pazza. Non voglio tornare indietro, no. Voglio solo nascere di nuovo. Nascere magra, e non grassa. Voglio mangiare i plasmon, come tutti i bambini. Prendere il ciuccio con il miele. Voglio mangiare gli omogenizzati e non i piatti di pasta. Voglio piangere perché quello che mi danno non lo voglio. Non perché voglio mangiare. Voglio crescere magra. Mangiare il pane con la nutella i pomeriggi che passo da mia cugina. Non voglio rifiutare la torta alle feste. Non voglio lasciare un tot di maccheroni nel piatto in modo da evitare un pranzo a settimana. Non voglio essere la più grassa. Quella che "sta bene". Quella a cui tutti dicono "come sei dimagrita", sempre. Ogni volta. Come se il grasso non finisse mai, come se ci fosse sempre da dimagrire. Voglio mettere il formaggio sulla pasta. L'olio sul pane e i pomodori. E non solo origano, pepe, origano. Non voglio vergognarmi e stare al mare sempre un po' coperta, perché sono tutti magri. Non voglio sentirmi dire che ho il culo grosso. Non voglio che mi dicano "stai bene così". Voglio "ma come sei magra, beata te". Non voglio bere 1 litro di acqua a scuola per non far sentire agli altri il brontolio del mio stomaco. Voglio alzarmi e andare alla macchinetta, se ho fame. Scegliere quello che mi piace, non la cosa meno calorica. Voglio uscire il sabato sera e mangiarmi una pizza. E bere qualcosa. Senza pensare ai liquidi che tratterò. Senza pensare a quell'ago che sale. Alle gambe che lievitano. Voglio vivere. Vivere con il cibo. Perché il cibo ci da' la vita. Il cibo è vita. Non è un nemico, ma nemmeno un amico che può consolarti quando sei triste ed annoiata. Voglio vivere col cibo perché voglio capire quanto valgo. Non voglio vivere con lui solo per pesarlo, sminuzzarlo, masticarlo tante volte fino a maltrattarlo. O per odiarlo. Voglio amare i cibi che mi piacciono, senza allontanarli, dimenticarli. Voglio una fetta di caprese. Un panino con la provola. Il riso con il mais. I tortellini con il brodo. Il pan brioche. Una banana. Una fetta di crostata con i kiwi. Le fragole con la panna. Un cannolo siciliano, quello di mamma. La patate, in qualsiasi modo. I fagioli. Le tagliatelle ai funghi. Un gelato, qualsiasi. E invece, invece no.. non sarà mai così. Perché sono debole. E stupida. E o c'è tutto, o non c'è niente.

venerdì 6 gennaio 2012

La mia vita fa schifo. E il cibo, la mia ossessione per il cibo, non fa altro che contribuire alla sua rovina. Ancora di più. Voglio farla finita. Voglio smetterla di piangere, di soffrire. Di avere fame e poi sentirmi piena e poi ancora  terribilmente sazia di sensi di colpa. Sono stanca delle bugie, a me stessa e agli altri. Delle promesse che non mantengo, degli obiettivi che non raggiungo. Una canzone dei Baustelle dice: "Vorrei star fermo mentre il mondo va..". Io sono già ferma. Io non vivo. Ed ogni giorno che passa è sempre peggio. Ho diciassette anni e non vivo. Dovrebbero gli anni più belli. I più intensi. E non lo sono. Non voglio più vivere. Non voglio più sforzarmi di far vedere agli altri che vivo. Io sono morta dentro. Ed il punto è che non sono morta il giorno in cui la dieta, il mio corpo, le calorie, sono diventati il mio pensiero fisso. Io sono morta prima di tutto questo. Io non sono mai stata viva. Ho solo cercato qualcosa che mi spingesse ad andare avanti. Un pretesto per aggrapparmi alla vita. Ad una vita che mi sfuggiva tra le mani, che non mi apparteneva. Ma ora è finita. Il mio obiettivo è crollato. Deve cambiare, o devo farla finita. Sul serio. Il fatto è che ti resta dentro.. quel numero. Ti resta appiccicato all'anima. Si aggrappa così tanto a te che devi anche ringraziarlo. Perché è solo grazie a lui che sei ancora qui, se non hai ancora avuto il coraggio di far morire anche il tuo corpo. Ho sempre pensato al suicidio, al giorno in cui questo strazio sarebbe finito. L'ho fatto sempre, con frequenze diverse, ma sempre. Il pensiero della morte si impossessa di te, ti fa compagnia quando sei triste, si fa vedere, per ricordarti che è sempre lì, dietro l'angolo, anche quando sei felice. Ora me ne sono convinta, so come avverrà. Sarà un volo: lungo, ma rapido. Così potrò sentirmi leggera. Sarò come una farfalla. Quello che avrei voluto essere e non sono mai stata in grado di diventare.. Eppure soffro di vertigini. Che cosa buffa. Io sono buffa..